UN APPELLO PER L'ELISEO

A TUTTI GLI ARTISTI, LE DONNE E GLI UOMINI IMPEGNATI NEL SETTORE DELL'ARTE, DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO.

Questo appello arriva da un piccolo centro, una città che si chiama Avellino; una città in cui è in corso - da decenni - una dura lotta per la riconquista di un importante spazio di cultura.
Vi chiediamo - perciò - UN MINUTO DI ATTENZIONE per raccontarvi una storia che credo appartenga a tutti voi, anche se - stavolta - il palcoscenico non è romano né milanese né napoletano: è avellinese. Lo facciamo perché intendiamo chiedervi qualcosa di molto importante: sostenere questa lotta così come avete fatto con quella del Teatro Valle, dell'Ex Asilo Filangieri, di Macao.
In una città come la nostra, il vostro sostegno può diventare decisivo; una piccola città come la nostra potrebbe rifiorire in pochi mesi se avesse - finalmente - l'occasione di riappropriarsi di uno spazio di cultura, se potesse impegnarsi a gestirlo in maniera professionale, aperta, orizzontale, seria, indipendente, creativa.
Anche un piccolo centro come il nostro si merita uno spazio di cultura indipendente e di respiro nazionale. Per questo, vi chiediamo AIUTO.

I FATTI:


Nel tardo pomeriggio dello scorso 2 gennaio, qualcuno ha dato fuoco (con curiosa competenza incendiaria) a uno dei simboli più significativi della nostra città: l'ex cinema Eliseo; un luogo che sarebbe dovuto diventare la "Casa del Cinema Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio"; un luogo in cui si sono susseguite le lotte di almeno quattro generazioni; lì hanno abitato i sogni e le speranze di tutte le cittadini e i cittadini che non volevano arrendersi al nulla che ci circonda. L'ultima occasione di lotta ci ha visto - lo scorso anno - presidiare per due mesi l'esterno della struttura in nome dei principi lanciati - a livello globale - dal movimento Occupy. In quel luogo abbiamo proiettato, creato, fatto partire missioni piene di fantasia e bellezza, abbiamo imparato e insegnato, abbiamo scoperto e costruito: abbiamo vissuto. Il nostro obiettivo, però, era molto chiaro: rivendicare e riconquistare SPAZIO.
Volevamo, tra le altre mille cose, che ad Avellino si tornasse a fare cinema, e non solo un cinema di FRUIZIONE, ma - soprattutto - cinema di PRODUZIONE e FORMAZIONE. Il tutto con la consapevolezza della necessità di un progetto serio e fattibile che siamo certi di poter offrire.
La struttura dell'ex Eliseo è un bene storico risalente all'epoca fascista, era la "casa" della gioventù littoria (progettata dal celebre architetto Del Debbio). Ora - invece - vogliamo che sia la casa delle donne e degli uomini liberi che vogliono fare cinema e, in generale, arte, cultura, comunità. La struttura è stata lasciata per trent'anni nell'incuria; il malgoverno e la criminalità locale l'hanno trasformata in un'idrovora di danaro pubblico (oltre 5 milioni di euro sono stati spesi per ristrutturarla); il desiderio di accontentare - per l'ennesima volta - le voglie di qualche "signore dei bar" ha impedito l'apertura della struttura che - dulcis in fundo - è stata consegnata nelle dubbie mani di un'anonima impresa di cui nessuno degli amministratori sembra conoscere il nome e della quale non esiste traccia DA NESSUNA PARTE; un'anonima impresa che non ha mai apposto - come la legge prevede - un cartello che segnalasse i nomi dei responsabili del cantiere, la data di consegna, i "connotati legali" dell'impresa. Tutto quel che abbiamo visto è stato l'andirivieni di personaggi a dir poco oscuri; tutto quel che abbiamo ascoltato è stata la più completa omertà sui rapporti tra istituzione e impresa. L'impossibilità di reperire informazioni in proposito - quindi - ha alimentato il sospetto che dietro questo gigantesco appalto possa esserci la longa manus della criminalità organizzata.
Per anni la struttura è stata la tela di Penelope del centro città: veniva vandalizzata di sera e rattoppata di giorno; il servizio di vigilanza veniva offerto a intermittenza e anonimi "vandali" erano - secondo le istituzioni - gli unici colpevoli dello scempio che veniva perpetrato.
L'apertura dell'Ex Eliseo è stata sempre annunciata e mai realizzata. Per l'Europa, quel posto è aperto dal 2006. Dopo l'incendio, rischiava di non riaprire mai più, ma FORTUNATAMENTE, la città si è - in parte - svegliata. Il resto, la parte ancora dormiente, ha bisogno del vostro aiuto; ha bisogno che si levi una voce forte da tutto paese; ha bisogno che il mondo della cultura tutto riconosca nell'Ex Eliseo un BENE COMUNE.
Noi non vogliamo "occupare un luogo" - pratica di cui comunque riconosciamo l'utilità; non abbiamo intenzione di barricarci al suo interno, dormire a terra, rieditare il passato di occupazione, vogliamo entrare, pulirlo, LIBERARLO, aprirlo alla cittadinanza: restituirlo ai legittimi proprietari. Ci aspetta una sfida durissima, e abbiamo bisogno DI TUTTO IL SOSTEGNO E LA VISIBILITA' POSSIBILE.
Il vostro ruolo può essere FONDAMENTALE. E vi preghiamo davvero di aiutarci.
UN VOSTRO INTERVENTO SULLA QUESTIONE (che sia un comunicato scritto, un video di sostegno o la presenza fisica nel giorno in cui abbiamo annunciato l'ingresso nella struttura - il prossimo 3 febbraio) potrebbe rivelarsi decisivo al risveglio delle coscienza e importantissimo perché i cittadini capiscano e si convincano che SI PUO' FARE, che anche Avellino può avere la sua personale declinazione delle esperienze di collettivizzazione della cultura che si stanno moltiplicando in tutta Italia.
Questo è tutto quello che vi chiediamo. Date sostegno alla lotta semplicemente decidendo di aderire idealmente all'iniziativa (basta FIRMARE il presente documento e, se volete, rilasciare una piccola dichiarazione): prendetevi cura - insieme a noi - di questa importante questione. Forse vi sembrerà piccola cosa in confronto a tutto il resto, ma - ora più che mai - vincere una battaglia di giustizia come questa ci aiuterebbe a recuperare la necessaria fiducia nel cambiamento, ci aiuterebbe a convincere altri a scegliere di essere protagonisti della rinascita della città. Vogliamo che l'Eliseo sia solo l'inizio. E per accendere il motore abbiamo bisogno di voi. Questa è una battaglia così lunga e simbolica che vincerla potrebbe ridare energia ed entusiasmo a tutta la cittadinanza; cittadinanza affamata di comunità e bellezza, bisognosa di un piccolo successo in base al quale sperare di cambiare.
Regalateci cinque minuti del vostro tempo così come avete fatto per i succitati centri metropolitani. Se vi riconoscete in una lotta che intende restituire valore a un momento importante del cinema italiano - uno dei rari momenti in cui lo spirito dei tempi partiva e passava anche da queste terre depresse e abbandonate - VI PREGHIAMO DI ADERIRE. Un tempo, l'esperienza di resistenza culturale di Marino e D'onofrio otteneva la benedizione e l'appoggio di autori del calibro di Pier Paolo Pasolini.
Oggi vi chiediamo di fare quello che lui ed altri come lui fecero: TENERE A BATTESIMO la nostra rinascita culturale, offrendoci la vostra solidarietà
QUI, in un piccolo centro dove da troppo tempo poco accade, la vostra voce può davvero fare la differenza. E per questo vi invitiamo ad allargare l'invito a CHIUNQUE si occupi di arte, di cinema, di teatro, di cultura; chiunque intenda spendere qualche parola (o il proprio volto) per aiutarci a riconquistare quello che ci appartiene: un BENE COMUNE che vogliamo ripulire, accarezzare, rispettare, amare e riempire della nostra creatività, della nostra bellezza, delle nostre capacità, delle nostre speranze.
Spero vorrete essere dei nostri. Di cultura non ci si occupa solo nei grandi centri metropolitani, e se ciò accade è ora di riconoscere che questo dato è parte dell'ENORME problema culturale che attanaglia l'Italia.
Se cambiamento vogliamo che sia, occorre partire anche da qui.
Libere cittadine e liberi cittadini irpini.